Monselice città murata
Percorso:
Via Argine Destro, Porta Giudecca, Via XI Febbraio, Via 28 Aprile 1945, Piazza Mazzini, Via Del Santuario, Via Sette Chiese, Rocca Mastio.
Partenza da Porta Sant’Antonio.
PORTA SANT’ANTONIO:
Detta anche Porta Padova, sostituì in epoca imprecisata la porta Camin che si apriva nel lato ovest della città. La denominazione “porta S. Antonio” deriva dall’albergo, diventato poi stalla e, successivamente, usato come magazzino dei pompieri.
La porta passa sotto una grossa torre nella quale era ricavato un grande arco acuto nella cui sommità era scolpita una croce che rappresentava la città di Padova. Il terremoto del 1348 curvò la torre della porta Sant’Antonio e danneggiò la prima cerchia di mura. La porta fu fatta demolire nel 1826 per ragioni di sicurezza e di incolumità.
Nel 1833 si palesa ancora la necessità di abbattere, per motivi di sicurezza, la torre che sovrastava la porta. La definitiva sistemazione della strada fu compiuta nel 1836 su progetto dell’ing. Bisacco. Le chiavi della Torre prima conservate dall’abate Piombin vennero successivamente offerte dal podestà al senatore Giorgio Cini, quale omaggio della città all’atto della nomina a conte di Monselice. Nel 1939, grazie a uno scambio con altre proprietà del Conte Cini, furono abbattute alcune case che erano addossate all’esterno della porta Padova, rendendo visibili le imponenti mura che si elevano sulle pendici della Rocca.
PORTA CAMIN:
Era una delle più antiche porte della città. Con lo scavo del canale Bisatto compiuto tra i sec. XII e XIV, il passaggio divenne difficoltoso tanto che per accedere alla città da quella porta era necessario utilizzare una barca o una passerella; fu così chiusa nel 1550 e il traffico dirottato verso porta Sant’Antonio.
La torre e la sottostante porta furono demolite nel 1882 con l’apertura della nuova via XX Settembre, che attraverso il ponte di ferro conduce alla stazione ferroviaria.
PORTA DELLA GIUDECCA – GHETTO:
La porta della Giudecca era situata tra porta Sant’Antonio e quella Camin. Era una porta di secondaria importanza e veniva utilizzata dalla comunità ebraica che in quel posto aveva il suo quartiere. Dato l’uso limitato ed esclusivo non venne mai annoverata tra le porte della città.
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN PAOLO:
Uno dei più antichi edifici sacri della Città, edificato nel VII secolo, ristrutturato nel 1985, si presenta come un complesso architettonico del ‘700, affiancato da una torre campanaria del 1882. Dopo il 1255 venne rinnovata per richiesta dell’arciprete Simone Paltanieri costruendo una cripta ed una chiesa a navata unica; all’interno della cripta le volte a crociera vengono affrescate con raffigurazioni di S. Francesco, S. Saverio e S. Paolo. Difronte alla chiesa è situata la famosa fontana progettata dall’architetto Mario Botta nel 2006.
MURA E TORRE CIVICA:
Chiamata anche “Torre dell’Orologio”, è datata 1239, epoca federiciana-ezzeliniana. La muratura della Torre è riconoscibile per una lavorazione a corsi di conci di trachite spianati sulla faccia esterna, alternati a corsi di mattoni. La torre originaria appariva collegata ad una cinta muraria sia alla Porta della Pescheria, demolita nel 1825. Dal 1504 o 1524 la torre viene sopraelevata, viene realizzata una cella destinata ad ospitare la campana civica. Nel 1823-5 viene realizzato un nuovo quadrante dell’orologio. Dal 1881 il quadrante viene sostituito da uno trasparente illuminato da lampade a petrolio.
IL CASTELLO DI MONSELICE:
Fortezza altomedievale ristruttura da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo e ampliata dai Carraresi, trasformato in residenza dalla nobile famiglia veneziana dei Marcello, assume l’aspetto attuale alla fine del ‘400. Nel 1942 diviene museo per opera del Conte Vittorio Cini che lo arricchisce di preziose collezioni d’armi, mobili e suppellettili.
È costituito da 3 blocchi di edifici in posizione leggermente elevata: Casa Romanica e Castelletto, sorti sui resti di una struttura difensiva (XII – XIII secolo), la Mole in trachite e laterizio del Castello Ezzeliniano (XIII) e l’Ala Marcello (XV). Nel Castelletto sono stati rilevati arredi autentici, tra cui un studiolo (detto “del Petrarca”) e una sala con affreschi trecenteschi.
L’ANTICA PIEVE DI SANTA GIUSTINA:
Costruita per volere del Cardinale Simone Paltanieri nel 1256 sui resti di un’antica chiesa denominata San Martino Nuovo e situata in corrispondenza dell’attuale abside, originariamente l’antica chiesa pievana intitolata alla martire padovana Giustina (304 d. C.) si presenta ad impianto tardo romanico con elementi decorativi gotici in trachite ed in cotto. Il campanile romanico-lombardo è del 1200. La facciata in trachite è divisa da cinque paraste di mattoni, con rosone ed ornata da due bifore. Le finestre sono a strombo, gli archi a tutto sesto. Il portale è preceduto da un elegante protiro di stile gotico (l’affresco della lunetta posto sopra il portale è di Antonio Soranzo, 1931).
Grazie ai restauri del 1927- 1931 sono state eliminate tutte le superfetazioni barocche.
Lo stile si ispira agli ideali di povertà ed austerità ben espressi ad esempio nelle chiese dei Servi e degli Eremitani a Padova. L’interno è ad unica larga navata, ha un’abside quadrangolare con volta a crociera e due cappelle laterali.
Vi si trovano inoltre pregevoli opere d’arte, tra cui il Polittico di Santa Giustina della metà del XV secolo e la tavola con la Madonna dell’Umiltà attribuita ad Antonio da Verona (1421), il cui originale è custodito nel tesoro del Duomo.
All’interno sono state collocate numerose tele provenienti dalle chiese e conventi soppressi della Città di Monselice. Si segnale una statua in pietra di Santa Giustina attribuita a Silvio Cosini (1535 ca.), un cippo funerario del I secolo d.C. e quattro formelle a bassorilievo attribuite a Giovanni Marchiori (1696-1778).
MASTIO FEDERICIANO:
Struttura difensiva posta sulla sommità del Colle, fatto erigere per volontà dell’Imperatore Federico II di Svevia, che in visita a Monselice nel 1239 nominò la città stessa “camera speciale imperiale”, per volere dell’Imperatore, il Mastio venne eretto sulla sommità del colle, demolendo la Pieve di Santa Giustina e riutilizzando le strutture religiose annesse. La Pieve venne in seguito ricostruita più in basso (cfr. Antica Pieve di Santa Giustina). La costruzione militare è organizzata su più piani e fu realizzata completamente in blocchi di trachite, la base troncopiramidale non presenta nessun accesso al piano terra, l’unico accesso tuttora possibile è in quota a otto metri d’altezza. La struttura risulta ancora oggi inserita in un complesso di fortificazioni, le cui parti più antiche vengono fatte risalire al VI secolo.